Il guardiano del tempo: l’ulivo di Sant’ Emiliano
“Nelle sue sofferte tortuosità strutturali sembra un grande vecchio vigoroso che riesce ancora a dare i frutti della sua esistenza: l’allegoria dell’esperienza …”
Questa frase, scritta da una persona sensibile durante una visita a Trevi, mi ha colpito molto e fatto riflettere.
Infatti l’Ulivo di Sant’Emiliano è un simbolo potente, una presenza antica che racchiude in sé l’essenza dell’esperienza. Nei suoi tre grandi tronchi contorti, nelle sue cavità che dimostrano cicatrici profonde, e nei suoi rami vigorosi, che continuano a dare frutti, si legge l’allegoria dell’esistenza umana.
Quando lo si osserva, è impossibile non pensare a un grande vecchio, un saggio che ha attraversato i secoli, testimone silenzioso del passare del tempo e delle storie umane. Le sue radici sprofondate nel terreno ricordano la forza delle nostre origini, la connessione indissolubile con ciò che ci dà stabilità. Ogni nodo, ogni spaccatura della corteccia racconta battaglie vinte contro il vento, il gelo e la siccità, proprio come le difficoltà della vita lasciano il segno su chi le affronta.
Eppure, nonostante le ferite, l’ulivo non si arrende. I suoi rami continuano a germogliare, le foglie argentate brillano sotto il sole, e i suoi frutti - piccole olive preziose - sono un dono continuo.
Questo ci insegna che anche nella fragilità c’è la forza e che dalle prove si può emergere più saldi, più consapevoli.
L’allegoria dell’esperienza vive proprio in questa capacità di resistere, di rinnovarsi e di donare. Come l’ulivo, anche l’uomo, pur segnato dal tempo e dalle difficoltà, può continuare a fiorire, a lasciare il proprio segno nel mondo, trasformando le esperienze tragiche del passato in nutrimento per il futuro.
Il millenario ulivo di Sant’Emiliano, con ben 1700 anni di vita, ci ricorda che la bellezza della vita non sta nella perfezione, ma nella resilienza, nella capacità di trasformare il dolore in saggezza e la fatica in frutti da condividere.
Franca Vitarelli