Un morso nel succoso frutto color giallo canarino può essere una scoperta, specialmente per gli abitanti di zone in cui gli inverni sono freddini. Il nespolo giapponese, un sempreverde dalle foglie coriacee, grandi e decorative, non è molto conosciuto al nord, lo è solo in regioni temperate. L’albero resiste bene al freddo fino a cinque, sei gradi sotto lo zero. Non resiste però al vento forte e alle nevicate: i rami si spezzano facilmente.
Fruttifica in tardo autunno, solo se i fiori non si sono gelati e – ovviamente - sono stati impollinati dagli ultimi, freddolosi insetti. I primi fiori compaiono a fine novembre e restano fino a febbraio. Mi sono spesso chiesta quali siano quei temerari impollinatori che visitano il grappolo d’infiorescenze profumate. Hanno - le infiorescenze - i gambi coperti da una peluria marroncina; come se i fiori dovessero difendersi anche loro dal freddo.
I frutti maturano da marzo ad aprile, un’epoca molto parca di frutta.
La particolarità di questo frutto succoso - occhio alle camicette! Ci si sbrodola, se non si fa attenzione - è la sua dolcezza leggermente acidula. I suoi semi, molto grossi, si trovano solitamente a due a due in ogni frutto. Infilarli in terra (o anche sputarli a casaccio in giardino, se non ci sono spettatori) e osservare come in poco tempo cresca una nuova piantina, è stupefacente. In quattro, cinque anni si potrebbe creare un boschetto di nespoli giapponesi.
Ippolito Pizzetti, il grande maestro dei giardini, non li poteva soffrire: si lamentava che tutta Milano era invasa da questi nespoli dalla crescita veloce e dalle foglie che lui giudicava brutte.
L’Eryobotria japonica proveniva inizialmente dalla Cina meridionale – dove tuttora la chiamano “Pipa”- e dal Giappone. Si sostiene che nel diciottesimo secolo sia arrivata prima in Spagna e in Portogallo, poi anche nell’Italia meridionale. Queste notizie sono smentite da un' altra fonte botanica, dice che il primo esemplare fatto crescere in Europa si è acclimatato a Parigi nel 1784, dopo alcuni anni ne crescerà un altro in Inghilterra, nei Kew Gardens. Vedete voi…
Le foglie sono, come già accennato, grandi e decorative. La parte inferiore è leggermente pelosa; la peluria, color castagna, copre fittamente anche i gambi dei fiori a grappolo, come già accennato. La pianta, dalla forma globosa nello stadio adulto, non ha particolari preferenze o bisogni, il terreno dovrebbe essere leggermente calcareo. Cresce bene anche in vaso, almeno per un paio d’anni. Poi bisogna trapiantarla in piena terra. Inizia a fiorire dopo quattro, cinque anni dalla semina.
I frutti sono commercializzati soprattutto in Sicilia.
Martha Canestrini