Una gentildonna che si fosse avviata alla gita a Villa Cosmiana di Peccioli, vestita con scarpe comode e jeans alla moda, sarebbe giunta al luogo di incontro rassegnata a reagire con espressioni di esagerato apprezzamento verso giardini curati sempre allo stesso modo, con cespugli dei più esotici o dei più colorati, ma senza, alla fine, nessun interesse se non il godimento per gli occhi e il benessere che il verde trasmette all’anima. E già questo sarebbe stato bastante alla gentildonna abituata ai più bei giardini, ai più bei panorami, alle più belle ville del mondo: d’altronde una signora italiana è per sua stessa natura una snob, sa che mai nulla può eguagliare Firenze, o Roma, o Venezia o…
Insomma, nihil sub sole novum, ma la compagnia sarebbe stata simpatica, si sarebbe detta la gentile signora e c’era da sperare in un poco di sole autunnale, quel sole tanto dolce nel cielo della Toscana.
Poi la nostra cara Snobbettina avrebbe sfoderato il suo sorriso condiscendente e si sarebbe poggiata lieve sui sedili del pullman, cercando di frenare il suo impulso a scendere subito dichiarando che avrebbe preferito viaggiare su una NCC. Ma lei era democratica, in fondo.
Però, e qui viene il bello, però avrebbe dovuto ammettere il suo stupore quando avesse iniziato la visita della villa intitolata al Santo Cosma.
Si sarebbe trovata di fronte a una Villa nel senso romano del termine: una Villa Agricola, con il parco mescolato ai vigneti. E i vigneti mescolati agli olivi. E agli alberi da frutto. “Manca, comunque, una cantina con le botti”, si sarebbe detta la gentildonna speranzosa di trovare almeno un difetto.
La Snobbbettina avrebbe trovato anche quella, con le botti in legno, ma anche in acciaio. Il profumo poi del mosto sarebbe stato quello giusto. Non avrebbe trovato nulla da ridire nemmeno su quello.
La nostra protagonista non si sarebbe poi mai aspettata di trovare i due proprietari della Villa così superbamente all’altezza. E la lezione di storia del Granducato di Toscana e del suo rovinoso passaggio sotto il dominio del Regno di Italia, quella davvero l’avrebbe spiazzata: un francese che si permetteva di conoscere la storia della sua terra più di lei, nata e cresciuta all’ombra di Dante, questo davvero non se lo sarebbe mai sognato.
Sono io la Snobbettina. Lo stupore che mi ha presa durante la visita alla villa Cosmiana è stato pari solo all’entusiasmo di fronte alla sontuosa apparecchiatura e al buon cibo saporito e ai vini, anche quelli perfetti.
Sinceramente vostra,
La Snobbettina